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Addio calcare nelle macchine del caffé? OhmIQ promette di sì grazie a un'invenzione ingegnosa

DDay.it

Oct 27, 2025

Una giovane azienda americana ha deciso di mettere in discussione uno dei pilastri del mondo del caffè: la caldaia a serpentina. OhmIQ, fondata nel 2022, ha depositato 130 brevetti e ha portato al Host, la fiera dell'ospitalità di Milano, la sua Ohmic Array Technology (OAT). Si tratta di un sistema di riscaldamento che - con tono provocatorio -  mette in scena il funerale del calcare e punta a ridurre i consumi energetici fino al 30%.


Il caso base è la classica serpentina immersa in uno scambiatore di calore, i cui limiti sono arcinoti: se si vuole una certa capacità produttiva, come richiesto per esempio alle macchine professionali, è necessario scaldare l'acqua in continuo per alimentare un boiler, un vero e proprio serbatoio in temperatura. Ma, anche nel caso delle macchine da casa, che scaldano al bisogno, resta il più grande problema, il calcare che si deposita inevitabilmente sulle serpentine e che richiede cicliche sessioni di decalcificazione che, se trascurate, portano al rapido invecchiamento dell'apparecchio e alla drastica perdita di efficienza.


Il principio di OhmIQ è quello del riscaldamento ohmico, o Joule heating: invece di utilizzare resistenze o serpentine metalliche che trasferiscono calore all’acqua, il liquido stesso viene attraversato da una corrente elettrica grazie ad alcuni elettrodi immersi in una piccola caldaia.

La resistenza elettrica naturale dell’acqua comune – dovuta alla presenza di ioni disciolti – genera calore direttamente all’interno del fluido. È un riscaldamento volumetrico e uniforme, che non produce punti caldi né superfici a temperatura più elevata, e quindi non favorisce la precipitazione del calcare. Inoltre, proprio per evitare che determinati ioni finiscano per aderire agli elettrodi, non viene usata una corrente continua, ma una corrente alternata, cosicché gli ioni si "agitino", sviluppando calore, senza per questo migrare in pianta stabile verso questo o quell'elettrodo.


OhmIQ sostiene di aver perfezionato questa tecnologia con un sistema di controllo elettronico in grado di regolare temperatura e intensità della corrente, utilizzando come elettrodi per un polo cinque piastre ad altezze differenziate, capaci quindi di stabilire resistenze diverse con l'altro polo a causa delle diverse quantità di acqua da attraversare con la corrente. In questo modo, grazie a un algoritmo che è stato laborioso mettere a punto - la vera complessità di questa tecnologia - la temperatura desiderata viene raggiunta quasi istantaneamente, con un’efficienza prossima al 99%. Un approccio del genere elimina la necessità di mantenere litri d’acqua costantemente in temperatura e permette di riscaldare solo ciò che serve, nel momento in cui serve.

Questa tecnologia di base è stata impiegata per ora a favore delle macchine da caffè nelle due applicazioni più classiche: InstIQ, per scaldare l'acqua ad alta temperatura; e SteamIQ, destinata alla generazione di vapore per esempio per i montalatte. Entrambe sono compatte, prive di serbatoio e - cosa più importante - non necessitano di decalcificazioni periodiche.


Il potenziale è notevole: minori tempi di attesa, consumi più bassi e maggiore affidabilità. Ma la promessa di una rivoluzione va pesata con realismo. Il riscaldamento ohmico richiede che l’acqua abbia una conduttività controllata — un fattore che varia fortemente in base alla composizione locale e alla presenza di sali minerali. Inoltre, l’integrazione elettrica di un sistema che fa passare corrente in un fluido impone standard elevati di isolamento e sicurezza, oltre a una complessa certificazione normativa per l’uso in ambito alimentare.


I progettisti di OhmIQ ci hanno assicurato che l'acqua in uscita dal sistema è chimicamente e organoletticamente identica a quella in ingresso e che il sistema software riesce a rispondere in maniera servocomandata all'eventuale diversa conduttività dell'acqua, dando sempre la temperatura richiesta.


Nel mondo dell’industria alimentare, il riscaldamento ohmico è già utilizzato per processi come la pastorizzazione e la sterilizzazione, grazie alla rapidità e all’uniformità del trattamento termico. Portarlo nel settore delle macchine da caffè significa tentare un salto ambizioso: coniugare precisione, sostenibilità ed efficienza in un mercato dove il controllo termico è cruciale per la qualità del prodotto.

Se la tecnologia di OhmIQ riuscirà davvero a mantenere le sue promesse anche nelle condizioni reali — con acque dure, cicli di lavoro intensi e carichi termici variabili — potremmo essere all’inizio di una nuova generazione di macchine espresso. Che appunto celebrano la morte del calcare e dei decalcificanti.

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Una giovane azienda americana ha deciso di mettere in discussione uno dei pilastri del mondo del caffè: la caldaia a serpentina. OhmIQ, fondata nel 2022, ha depositato 130 brevetti e ha portato al Host, la fiera dell'ospitalità di Milano, la sua Ohmic Array Technology (OAT). Si tratta di un sistema di riscaldamento che - con tono provocatorio -  mette in scena il funerale del calcare e punta a ridurre i consumi energetici fino al 30%.


Il caso base è la classica serpentina immersa in uno scambiatore di calore, i cui limiti sono arcinoti: se si vuole una certa capacità produttiva, come richiesto per esempio alle macchine professionali, è necessario scaldare l'acqua in continuo per alimentare un boiler, un vero e proprio serbatoio in temperatura. Ma, anche nel caso delle macchine da casa, che scaldano al bisogno, resta il più grande problema, il calcare che si deposita inevitabilmente sulle serpentine e che richiede cicliche sessioni di decalcificazione che, se trascurate, portano al rapido invecchiamento dell'apparecchio e alla drastica perdita di efficienza.


Il principio di OhmIQ è quello del riscaldamento ohmico, o Joule heating: invece di utilizzare resistenze o serpentine metalliche che trasferiscono calore all’acqua, il liquido stesso viene attraversato da una corrente elettrica grazie ad alcuni elettrodi immersi in una piccola caldaia.

La resistenza elettrica naturale dell’acqua comune – dovuta alla presenza di ioni disciolti – genera calore direttamente all’interno del fluido. È un riscaldamento volumetrico e uniforme, che non produce punti caldi né superfici a temperatura più elevata, e quindi non favorisce la precipitazione del calcare. Inoltre, proprio per evitare che determinati ioni finiscano per aderire agli elettrodi, non viene usata una corrente continua, ma una corrente alternata, cosicché gli ioni si "agitino", sviluppando calore, senza per questo migrare in pianta stabile verso questo o quell'elettrodo.


OhmIQ sostiene di aver perfezionato questa tecnologia con un sistema di controllo elettronico in grado di regolare temperatura e intensità della corrente, utilizzando come elettrodi per un polo cinque piastre ad altezze differenziate, capaci quindi di stabilire resistenze diverse con l'altro polo a causa delle diverse quantità di acqua da attraversare con la corrente. In questo modo, grazie a un algoritmo che è stato laborioso mettere a punto - la vera complessità di questa tecnologia - la temperatura desiderata viene raggiunta quasi istantaneamente, con un’efficienza prossima al 99%. Un approccio del genere elimina la necessità di mantenere litri d’acqua costantemente in temperatura e permette di riscaldare solo ciò che serve, nel momento in cui serve.

Questa tecnologia di base è stata impiegata per ora a favore delle macchine da caffè nelle due applicazioni più classiche: InstIQ, per scaldare l'acqua ad alta temperatura; e SteamIQ, destinata alla generazione di vapore per esempio per i montalatte. Entrambe sono compatte, prive di serbatoio e - cosa più importante - non necessitano di decalcificazioni periodiche.


Il potenziale è notevole: minori tempi di attesa, consumi più bassi e maggiore affidabilità. Ma la promessa di una rivoluzione va pesata con realismo. Il riscaldamento ohmico richiede che l’acqua abbia una conduttività controllata — un fattore che varia fortemente in base alla composizione locale e alla presenza di sali minerali. Inoltre, l’integrazione elettrica di un sistema che fa passare corrente in un fluido impone standard elevati di isolamento e sicurezza, oltre a una complessa certificazione normativa per l’uso in ambito alimentare.


I progettisti di OhmIQ ci hanno assicurato che l'acqua in uscita dal sistema è chimicamente e organoletticamente identica a quella in ingresso e che il sistema software riesce a rispondere in maniera servocomandata all'eventuale diversa conduttività dell'acqua, dando sempre la temperatura richiesta.


Nel mondo dell’industria alimentare, il riscaldamento ohmico è già utilizzato per processi come la pastorizzazione e la sterilizzazione, grazie alla rapidità e all’uniformità del trattamento termico. Portarlo nel settore delle macchine da caffè significa tentare un salto ambizioso: coniugare precisione, sostenibilità ed efficienza in un mercato dove il controllo termico è cruciale per la qualità del prodotto.

Se la tecnologia di OhmIQ riuscirà davvero a mantenere le sue promesse anche nelle condizioni reali — con acque dure, cicli di lavoro intensi e carichi termici variabili — potremmo essere all’inizio di una nuova generazione di macchine espresso. Che appunto celebrano la morte del calcare e dei decalcificanti.

Una giovane azienda americana ha deciso di mettere in discussione uno dei pilastri del mondo del caffè: la caldaia a serpentina. OhmIQ, fondata nel 2022, ha depositato 130 brevetti e ha portato al Host, la fiera dell'ospitalità di Milano, la sua Ohmic Array Technology (OAT). Si tratta di un sistema di riscaldamento che - con tono provocatorio -  mette in scena il funerale del calcare e punta a ridurre i consumi energetici fino al 30%.


Il caso base è la classica serpentina immersa in uno scambiatore di calore, i cui limiti sono arcinoti: se si vuole una certa capacità produttiva, come richiesto per esempio alle macchine professionali, è necessario scaldare l'acqua in continuo per alimentare un boiler, un vero e proprio serbatoio in temperatura. Ma, anche nel caso delle macchine da casa, che scaldano al bisogno, resta il più grande problema, il calcare che si deposita inevitabilmente sulle serpentine e che richiede cicliche sessioni di decalcificazione che, se trascurate, portano al rapido invecchiamento dell'apparecchio e alla drastica perdita di efficienza.


Il principio di OhmIQ è quello del riscaldamento ohmico, o Joule heating: invece di utilizzare resistenze o serpentine metalliche che trasferiscono calore all’acqua, il liquido stesso viene attraversato da una corrente elettrica grazie ad alcuni elettrodi immersi in una piccola caldaia.

La resistenza elettrica naturale dell’acqua comune – dovuta alla presenza di ioni disciolti – genera calore direttamente all’interno del fluido. È un riscaldamento volumetrico e uniforme, che non produce punti caldi né superfici a temperatura più elevata, e quindi non favorisce la precipitazione del calcare. Inoltre, proprio per evitare che determinati ioni finiscano per aderire agli elettrodi, non viene usata una corrente continua, ma una corrente alternata, cosicché gli ioni si "agitino", sviluppando calore, senza per questo migrare in pianta stabile verso questo o quell'elettrodo.


OhmIQ sostiene di aver perfezionato questa tecnologia con un sistema di controllo elettronico in grado di regolare temperatura e intensità della corrente, utilizzando come elettrodi per un polo cinque piastre ad altezze differenziate, capaci quindi di stabilire resistenze diverse con l'altro polo a causa delle diverse quantità di acqua da attraversare con la corrente. In questo modo, grazie a un algoritmo che è stato laborioso mettere a punto - la vera complessità di questa tecnologia - la temperatura desiderata viene raggiunta quasi istantaneamente, con un’efficienza prossima al 99%. Un approccio del genere elimina la necessità di mantenere litri d’acqua costantemente in temperatura e permette di riscaldare solo ciò che serve, nel momento in cui serve.

Questa tecnologia di base è stata impiegata per ora a favore delle macchine da caffè nelle due applicazioni più classiche: InstIQ, per scaldare l'acqua ad alta temperatura; e SteamIQ, destinata alla generazione di vapore per esempio per i montalatte. Entrambe sono compatte, prive di serbatoio e - cosa più importante - non necessitano di decalcificazioni periodiche.


Il potenziale è notevole: minori tempi di attesa, consumi più bassi e maggiore affidabilità. Ma la promessa di una rivoluzione va pesata con realismo. Il riscaldamento ohmico richiede che l’acqua abbia una conduttività controllata — un fattore che varia fortemente in base alla composizione locale e alla presenza di sali minerali. Inoltre, l’integrazione elettrica di un sistema che fa passare corrente in un fluido impone standard elevati di isolamento e sicurezza, oltre a una complessa certificazione normativa per l’uso in ambito alimentare.


I progettisti di OhmIQ ci hanno assicurato che l'acqua in uscita dal sistema è chimicamente e organoletticamente identica a quella in ingresso e che il sistema software riesce a rispondere in maniera servocomandata all'eventuale diversa conduttività dell'acqua, dando sempre la temperatura richiesta.


Nel mondo dell’industria alimentare, il riscaldamento ohmico è già utilizzato per processi come la pastorizzazione e la sterilizzazione, grazie alla rapidità e all’uniformità del trattamento termico. Portarlo nel settore delle macchine da caffè significa tentare un salto ambizioso: coniugare precisione, sostenibilità ed efficienza in un mercato dove il controllo termico è cruciale per la qualità del prodotto.

Se la tecnologia di OhmIQ riuscirà davvero a mantenere le sue promesse anche nelle condizioni reali — con acque dure, cicli di lavoro intensi e carichi termici variabili — potremmo essere all’inizio di una nuova generazione di macchine espresso. Che appunto celebrano la morte del calcare e dei decalcificanti.

Una giovane azienda americana ha deciso di mettere in discussione uno dei pilastri del mondo del caffè: la caldaia a serpentina. OhmIQ, fondata nel 2022, ha depositato 130 brevetti e ha portato al Host, la fiera dell'ospitalità di Milano, la sua Ohmic Array Technology (OAT). Si tratta di un sistema di riscaldamento che - con tono provocatorio -  mette in scena il funerale del calcare e punta a ridurre i consumi energetici fino al 30%.


Il caso base è la classica serpentina immersa in uno scambiatore di calore, i cui limiti sono arcinoti: se si vuole una certa capacità produttiva, come richiesto per esempio alle macchine professionali, è necessario scaldare l'acqua in continuo per alimentare un boiler, un vero e proprio serbatoio in temperatura. Ma, anche nel caso delle macchine da casa, che scaldano al bisogno, resta il più grande problema, il calcare che si deposita inevitabilmente sulle serpentine e che richiede cicliche sessioni di decalcificazione che, se trascurate, portano al rapido invecchiamento dell'apparecchio e alla drastica perdita di efficienza.


Il principio di OhmIQ è quello del riscaldamento ohmico, o Joule heating: invece di utilizzare resistenze o serpentine metalliche che trasferiscono calore all’acqua, il liquido stesso viene attraversato da una corrente elettrica grazie ad alcuni elettrodi immersi in una piccola caldaia.

La resistenza elettrica naturale dell’acqua comune – dovuta alla presenza di ioni disciolti – genera calore direttamente all’interno del fluido. È un riscaldamento volumetrico e uniforme, che non produce punti caldi né superfici a temperatura più elevata, e quindi non favorisce la precipitazione del calcare. Inoltre, proprio per evitare che determinati ioni finiscano per aderire agli elettrodi, non viene usata una corrente continua, ma una corrente alternata, cosicché gli ioni si "agitino", sviluppando calore, senza per questo migrare in pianta stabile verso questo o quell'elettrodo.


OhmIQ sostiene di aver perfezionato questa tecnologia con un sistema di controllo elettronico in grado di regolare temperatura e intensità della corrente, utilizzando come elettrodi per un polo cinque piastre ad altezze differenziate, capaci quindi di stabilire resistenze diverse con l'altro polo a causa delle diverse quantità di acqua da attraversare con la corrente. In questo modo, grazie a un algoritmo che è stato laborioso mettere a punto - la vera complessità di questa tecnologia - la temperatura desiderata viene raggiunta quasi istantaneamente, con un’efficienza prossima al 99%. Un approccio del genere elimina la necessità di mantenere litri d’acqua costantemente in temperatura e permette di riscaldare solo ciò che serve, nel momento in cui serve.

Questa tecnologia di base è stata impiegata per ora a favore delle macchine da caffè nelle due applicazioni più classiche: InstIQ, per scaldare l'acqua ad alta temperatura; e SteamIQ, destinata alla generazione di vapore per esempio per i montalatte. Entrambe sono compatte, prive di serbatoio e - cosa più importante - non necessitano di decalcificazioni periodiche.


Il potenziale è notevole: minori tempi di attesa, consumi più bassi e maggiore affidabilità. Ma la promessa di una rivoluzione va pesata con realismo. Il riscaldamento ohmico richiede che l’acqua abbia una conduttività controllata — un fattore che varia fortemente in base alla composizione locale e alla presenza di sali minerali. Inoltre, l’integrazione elettrica di un sistema che fa passare corrente in un fluido impone standard elevati di isolamento e sicurezza, oltre a una complessa certificazione normativa per l’uso in ambito alimentare.


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Nel mondo dell’industria alimentare, il riscaldamento ohmico è già utilizzato per processi come la pastorizzazione e la sterilizzazione, grazie alla rapidità e all’uniformità del trattamento termico. Portarlo nel settore delle macchine da caffè significa tentare un salto ambizioso: coniugare precisione, sostenibilità ed efficienza in un mercato dove il controllo termico è cruciale per la qualità del prodotto.

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